Hybris a Nastro
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La Molisana: polemica abissine rigate L’articolo di Gambero Rosso La Molisana l’ha aiutata veramente? Spoiler alert: no.

La Molisana: polemica abissine rigate e tripoline

La Molisana: polemica abissine rigate e tripoline… Probabilmente sapete già di cosa tratta: La Molisana produce questo tipo di pasta a conchigliette che si chiama abissine rigate. Nella descrizione della pasta, sul loro sito, scrivono che è stata creata durante il fascismo per celebrare la stagione del colonialismo. Inotre aggiungono che la pasta ha un “sicuro sapore littorio”.

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Perché l’hanno scritto? Colpa di un pirla middle manager con simpatie per ambienti di estrema destra (che comunque se poi scrivi ‘ste cose sul sito dell’azienda, proprio un genio del marketing non sei) o colpa di uno stagista sottopagato? Nessuno lo sa.

Caso vuole però che il fotografo Nicola Bertasi, interrogandosi sull’origine del nome dopo averle viste al supermercato, capiti sul sito de La Molisana e scriva un post:

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L’hashtag #lamolisana sale in tendenza e parte lo shitstorm.

Il 6 gennaio Gambero Rosso pubblica un articolo che è praticamente un’apologia del pastificio “La Molisana”.

Probabilmente lo avete già letto perché anche quello è diventato abbastanza popolare negli ultimi giorni. Ecco, basta dargli un’occhiata per capire che se volevano difendere la causa hanno toppato. Già il presupposto da cui parte non regge in piedi:

”La storia dei formati di pasta è, appunto, storia. Di più: è parte del patrimonio culturale e industriale dell’identità italiana e delle sue aziende più riconosciute nel mondo.”

Essere “storia” giustifica poco, soprattutto in un paese come il nostro in cui il fascismo non è mai morto del tutto. Le parole sono importanti: altrimenti chiameremmo ancora “negri” le persone di colore. Era forse l’ora di cambiare il nome a questi formati di pasta?

Personalmente non è che non ci dormissi la notte ma la storia ha evidentemente deciso il contrario, a dispetto di quello che scrive Gambero Rosso. Ad un certo punto le cose cambiano e cambiano violentemente. È una pentola a pressione che ogni tanto scoppia perché apparentemente in quel contesto è l’unico modo per cambiare. Risultato: adesso ci penseremo due volte ogni volta che su un pacco di pasta, La Molisana o no, vedremo scritto “abissine” o “tripoline”.

Nell’articolo ci sono anche alcune minimizzazioni tipo “piccola gaffe” o “tutto sommato danno lavoro alla gente” o sul fatto che una volta “i consumatori scrivevano semplicemente una lettera a mano”. Non commento per non sparare sulla croce rossa.

Detto questo, è “La Molisana” la causa di tutti i mali? No. Ma è un’azienda che come molte non ha saputo leggere i tempi e, per un caso fortuito, ci è andata sotto come prima della lista.

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