PornHub e l’OCSE Per capire il pubblico dell’internez italiano
Nel mezzo del cammin di nostra vita ho rivisto un po’ i miei post su facebook, i miei tweet, i video creati e i post su questo blog. Dopodichè mi sono fermato e mi sono chiesto: ma io con chi cazzo sto parlando?
Parlo con te lettore, figura astratta e misteriosa (e a volte anche un po’ scassacazzo) che mi guardi dal buco della serratura del tuo schermo (o ma che ho mangiato stamattina, pane e Fabio Volo?). In fondo “Con chi sto parlando?” è una domanda che ci siamo fatti tutti perché ognuno di noi vuole essere letto dal maggior numero di persone possibile, sia che scriva un trattato sociologico da Nobel sia che posti i selfie coi piedi coi filtri col pranzetto #collamoremio su instagram. E dunque direi saltiamo di paro il pippone sul webz 2.0 dove siamo tutti esperti di tutto e malati di protagonismo e concentriamoci sui numeri per tirare fuori qualche soluzione concreta o almeno capire meglio la situation.
Consiglio a tutti la visione integrale del video in cui relaziona un ottimo Giovanni Scrofani (quello coi baffi che parla più di tutti). Ad ogni modo, se mettiamo in fila tutti i video visti su PornHub nel 2014 dal genere umano (quindi ogni video è visto da più persone) abbiamo una durata complessiva di 1,4 milioni di anni.
Cifre che fanno girare la testa e che confermano una cosa abbastanza banale: quello che attira di più su internet sono le tette. Ma questo lo sapevamo e sappiamo anche che, in ordine, la seconda cosa più cliccata sono i “gattini” in senso lato ovvero tutto ciò che riguarda il cazzeggio e non richiede un particolare sforzo intellettuale: gente che salta e prende il bordo della piscina, rapper sfigati, video con canzoni indiane italianizzate, etc. etc. Ora, è sempre interessante dare un’occhiata a questa infografica:
Scusate, volevo dire questa:
A te, che scrivi tante belle cose interessanti, che fai ricerche per supportare le tue affermazioni, che ti sforzi di produrre contenuti originali e magari – dico, magari – hai anche dei valori che potrebbero rendere questo mondo uno zinzinello migliore ecco, dopo tutta ‘sta fatica, a te “nun te se incula nessuno” come dicono in Francia.
Cazzo, dimmi qualcosa che non so già.
Adesso ci arrivo. Parlando di pubblico italiano mi viene in mente questa infografica che è ricomparsa su facebook non molto tempo fa:
Infografica che naturalmente è stata condivisa da analfabeti funzionali almeno il 50% delle volte. L’analfabeta funzionale, come scritto nell’infografica, “condivide su facebook” e condivide di impulso, senza controllare se le informazioni che sta diffondendo siano vere, quasi vere o delle enormi cazzate. Fra i grandi traguardi della vita raggiunti dal sottoscritto c’è quello di essere nato in Italia e NON essere un analfabeta funzionale per cui mi sono andato a scaricare il rapporto dell’OCSE a cui l’infografica di sopra fa riferimento e mi sono immerso nella lettura. Volevo solo controllare la veridicità dei fatti ma mi sono trovato in un universo che fa paura. Un universo in cui nel nostro paese non essere un analfabeta funzionale è davvero un traguardo.
Disclaimer: da qui in poi si parla male dell’Italia
Che poi in realtà non è vero: quello che farò è presentare dati reali che però ci fanno incazzare.
Dunque, l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha pubblicato nel 2011 questo bel sondaggio in cui ha testato le capacità intellettuali della popolazione in 11 Paesi: Australia, Bermuda, Canada, Ungheria, Italia, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Messico, Svizzera e Stati uniti. Questa ricerca, durata diversi anni, ha coinvolto decine di scienziati (cioè persone che hanno passato la loro vita studiando statistica e\o sociologia e\o roba simile) e diverse migliaia di persone. Le metodologie adottate sono spiegate in un capitolo a parte dove ci sono tutti i dati. Il report consiste in un documento di circa 400 pagine pieno di dati, tabelle e spiegazioni dettagliate. Questo per dire che, chiunque voglia criticarne la validità è pregato di produrre un documento di pari portata.
Detto questo: le abilità oggetto del test sono quattro: abilità relative alla comprensione dei testi letterari, abilità relative alla comprensione dei documenti, abilità relative ai numeri e abilità relative alla risoluzione dei problemi. Scopriamo subito che l’Italia è il fanalino di coda: il 91% della popolazione ha risultati scarsi in almeno una delle quattro abilità
Per dire, in Ungheria è il 71%. Ma non è finita. Nel nostro paese il 59% delle persone ha punteggi bassi su tutt’e quattro i test di abilità, peggior risultato fra tutti i paesi partecipanti.
Per cui la situazione è ancora peggiore da quanto prospettato nell’infografica: gli analfabeti funzionali non sono il 50% della popolazione, sono il 59%. La mia personale interpretazione di questo dato è il seguente assioma:
Quando incontri una persona a caso in Italia e inizi a parlarci, ci sono 6 probabilità su 10 che questa effettivamente non sappia di che cazzo stia parlando.
Chiaramente è da considerare il fatto che quella persona potresti essere tu. Ma andiamo avanti nella lettura di questo affascinante documento:
Tradotto significa che la differenza di performance fra i nativi e gli immigrati è più pronunciata in Nuova Zelanda e quasi inesistente in Ungheria ed in Italia. In poche parole
Se gli immigrati ti “rubano il lavoro” è perché dimostrano le tue stesse skills (comprese quelle di lettura e comprensione di testi e documenti) avendo l’Italiano come seconda (o terza) lingua
E naturalmente hanno spesso minori pretese economiche, ma questo è un altro discorso.
Vi hanno mai detto che siete “troppo qualificati” per il lavoro che fate? Beh, la maggior parte delle volte non è vero. In Italia la “sovra-qualificazione” è un problema reale solo il 13% delle volte.
A questo porposito:
Da noi avere dei punteggi alti nelle abilità “letterarie” non fa guadagnare di più. Gli unici che guadagnano di più sono quelli che hanno punteggi alti nella abilità numeriche.
Conclusione del sondaggio:
I più performanti intellettualmente sono i norvegesi e gli olandesi, i più scarsi gli ungheresi, gli americani e gli italiani.
Potreste obiettare sul fatto che i dati siano di qualche anno fa, ma personalmente mi guardo intorno e non credo che la situazione sia migliorata.
Considerazioni personali: in linea di massima, lavorativamente parlando, il mondo è un brutto posto dove in media una stripper guadagna molto di più di un’insegnante (in USA 74,000 $ contro 53,000 $ l’anno) ma dove comunque in alcuni posti si trovano un certo rispetto ed un certo amore per la cultura: paesi scandinavi e Olanda per esempio. In Italia, culla del Rinascimento e patria di Fellini, c’è l’amore per Gigi D’Alessio e i cinepanettoni. Ma è facile capire il perché: se ho difficoltà nella comprensione di un testo scritto, sicuramente non spendo il mio tempo in attività noiose quali, ad esempio, leggere. Il pubblico italiano, dispiace dirlo, è composto da ignoranti e ci metto dentro gran parte della cosidetta classe dirigente che, senza skills letterarie, numeriche o di problem solving può dirigere solo due cose, esattamente quelle che ci suggerisce Ash:
Ma allora che faccio? Smetto di sbattermi e mi metto a donare ovuli?
Beh una donatrice di ovuli guadagna in media il doppio di un’ostetrica e si sbatte molto di meno. Personalmente continuerò a sparare le mie stronzate implementando il fattore T (tette) giusto per ragioni di marketing. E chiedendomi, nemmeno tanto retoricamente, se sia giusto che il voto di quelli che ieri erano al Family day valga quanto il mio.
Ma questo è tutt’un altro discorso.
CAZZO, DIMMI QUALCOSA CHE NON SAPPIA GIÀ.
Benvenuto nei 4/10
Beh, come si dice… pochi ma buoni 😉
quindi il suffragio universale penalizza I migliori, come il metodo Montessori? 😉
Di fatto è così, anche se userei il termine “più razionali e dotati di maggiore buonsenso” piuttosto che “i migliori” (non è una differenza da poco).
Questa però è una posizione che potrebbe condurre alle conclusioni tipiche del pensiero liberale, per me inaccettabili: che votino solo i più capaci, cioè i più ricchi, dato che arricchirsi sarebbe frutto delle proprie capacità (e impoverirsi delle proprie deficienze). Peccato che il modello di istruzione perseguito dal pensiero liberale sia qualitativo, ovvero istruzione di qualità per chi ha tanti soldi per pagarsela. Ora, se siamo nella merda in cui siamo, è proprio perché da 35 anni a questa parte, al di là delle esilaranti sigle che le varie formazioni politiche si sono inventate per piazzarsi sul mercato, è stata proprio questa la politica perseguita da TUTTI i governi italiani: distruggere l’istruzione pubblica. Basta guardare su Youtube un qualsiasi programma delle televisione anni 70 che preveda interviste alle gente comune e, a meno che non si tratti di un dossier sulle zone sottosviluppate del Paese, ci si accorge facilmente del livello di padronanza lessicale e di comprensione delle dinamiche economiche e politiche superiore a quello di oggi (senza voler dire che chi viveva all’epoca avesse un livello intellettivo da laureato). E poi, io ho una certa età, c’ero e garantisco che era così, per quel che può valere la mia testimonianza (poi, certo, le eccezioni c’erano).
Non è che nei Paesi scandinavi e in Olanda la gente nasca già con tre lauree in tasca: semplicemente si tratta di Paesi autenticamente democratici dove lo Stato fa quello che deve fare uno Stato democratico. Ovvero garantire l’istruzione e la capacità di comprendere a tutti, perché si tratta di una premessa fondamentale dell’esistenza stessa della democrazia e della possibilità di mobilità sociale (scarsissima da noi).
E come mai è successo tutto questo da noi? Beh, basta andare a rileggersi il programma della Loggia P2, ricordarsi che il “Corriere della sera”, che nel 1978 si inventò il “riflusso”, era nelle mani della suddetta loggia, pensare a quali uomini politici negli ultimi 36 anni hanno avuto evidenti e provati contatti con la loggia P2 o altre realtà massoniche (e ricordarsi che non stanno in una sola sigla partitica) e infine, prima di servire in tavola, rendersi conto di come il suddetto programma della loggia P2 non fosse altro che la versione italiana di altri documenti fondanti della reazione neoliberista, tipo «The Crisis of Democracy: Report on the Governability of Democracies to the Trilateral Commission» di Michel Crozier, Samuel Huntington e Joji Watanuki (1975).
Non si tratta di risibile complottismo: mi fanno pena quelli che vedono in simili organismi delle cittadelle di potere occulto. Si tratta, più semplicemente, di centri di elaborazione del pensiero neoliberista, come essi stessi si definiscono: è dall’applicazione di quei principi che nascono i mali che ci affliggono. Quindi la soluzione è più democrazia, non togliere il voto agli analfabeti funzionali; l’analfabetismo funzionale si combatte con più istruzione, non togliendo dei diritti fondamentali a chi ne è afflitto.
Capisco bene che non hai affermato questo nell’articolo (che ho apprezzato) né nei commenti, ma diciamo che a mio avviso lo hai suggerito. Comunque complimenti e scusa il pippone.
Complimenti a te per il commento, l’ho letto tutto d’un fiato. Ti rispondo con calma al più presto.
La scuola pubblica è stata distrutta dalla sinistra, in un malinteso processo di democratizzazione volto a favorire i più deboli.
Invece di aiutarli a raggiungere lo standard si è lasciato che lo standard si abbassasse. Costa molto meno. Soprattutto voti.
La scuola privata non è da meno. Quella invece l’ha distrutta la destra. Perché devo pagare per veder bocciare quel coglione di mio figlio?
Comunque la si veda siamo nella merda. E non ne verremo fuori tanto presto, per usare un eufemismo.
Mah, tutta sta differenza non ce la vedo. È vero che una certa ideologia post sessantottIna ha prodotto disastri, ma è anche vero che i tagli alla scuola e gli infiniti provvedimenti per complicare la vita agli insegnanti li hanno presi destra e sinistra alla pari. E il perché è chiaro: sono ormai entrambe espressione del neoliberismo.
Eccola lì la parolina magica pseudo intellettuale con cui troppi deficienti di ambedue gli schieramenti si riempiono la bocca oggidì…
Caro Renzo, non esiste nessun neoliberismo, come non esistono l’ideologia gender. Sono parole inventate per pura propaganda da parte di chi mangia mantenendo clientele.
Esiste il liberismo, nella pratica applicato molto poco, in qualche paese un più liberale del nostro. Dove tipicamente si sta molto meglio che da noi.
Il fatto è che il nostro è un paese eminentemente socialista.
Come altro definire un mercato iper regolamentato e non competitivo in cui oltre la metà di ogni euro prodotto è riconducibile direttamente alla diretta attività dello stato? (ISTAT 2013 e 2014)
Questo è veramente il paese dove lo stato crea lavoro, nel senso che assume a tappeto lavoratori senza troppo preoccuparsi della qualità della loro preparazione né della produttività che possono esprimere, né del valore aggiunto che possono portare.
Nel mucchio, statisticamente, finiscono anche quelli capaci. Magra consolazione.
La scuola, per ricollegarci all’argomento dell’articolo, non fa eccezione.
Il governante taglia, seppur non a sufficienza, pur di non toccare la pletora di voti e opinion shaper delle generazioni future. Votanti.
Abbiamo più insegnanti per alunno di tutta l’europa.
Pensa bene prima di usare ancora la parola liberismo a caso.
Se non sai cos’è, studia o taci.
De hoc satis
Intervento penoso. Tra le altre cose che faccio, insegno pure dottrine economiche. Vai a dire alle malanime di Van Hayek e Friedman che non sono mai esistiti e le loro teorie non sono neoliberiste. Che non le hanno applicate prima nel Cile di Pinochet, poi nell’Argentina di Videla, quindi negli Usa di Reagan e nel Regno Unito della Thatcher. E mi fermo qui.
In secondo luogo, da perfetto neoliberista, confondi volutamente e artatamente Stato clientelare, Welfare State e Stato democratico, tre cose diverse, qualificando pure lo Stato clientelare come socialista (rotfl). Falsità di sicuro, ma menzogne o ignoranza? Francamente me ne infischio. Sei libero di sparare cazzate quanto vuoi e di pensarla come vuoi, ma per me
1. Chi la pensa come te è il peggior nemico dell’umanità (perfino i nazisti avevano uno Stato sociale);
2. Chi trolla deliberatamente e usa i toni offensivi e aggressivi che hai usato (da troll), non merita ulteriormente la mia attenzione.
Innanzitutto grazie a tutti per i commenti che sono il cuore pulsante di ogni blog che si rispetti. Proprio per questo, prima di rispondere ad ognuno di voi ed al fine di mantenere alto il livello della discussione, ho deciso di introdurre alcune linee guida che sono sicuro vi saranno familiari:
1 – Massima libertà per tutti ma le teorie personali vanno supportate da prove e cioè da fatti e/o esempi. In entrambi i casi dovete citare le fonti da cui prendete le informazioni.
2 – Affermazioni straordinarie richiedono la produzione di prove straordinarie.
3 – Non si fanno processi alle intenzioni: si giudica e si risponde sulla base di quello che è stato scritto.
4 – Va bene la passione ed il fuoco dentro ma si attaccano le argomentazioni, non le persone. Una persona ragionevole è disposta ad ammettere che quello che ha detto potrebbe essere una cazzata, ma nessuno ammetterebbe mai di essere un cazzaro.
5 – Chiaramente “do not feed the trolls/the stupid”.
6 – Varie ed eventuali che mi riservo di aggiungere a seconda di come procedono le discussioni.
Detto questo: @renzostefanel:disqus sull’istruzione sfondi una porta aperta: gli eserciti che cambiano il mondo sono quelli fatti da maestri di scuola elementare. Tuttavia:
1) Credo che da almeno un decennio a questa parte non esista più la correlazione “maggiore ricchezza = maggiore istruzione”. Era vero una volta, quando l’accesso alle informazioni era limitato e dispendioso (sia economicamente che in termini di tempo). Adesso è l’esatto contrario: c’è una sovrabbondanza di informazioni e di conseguenza di pareri sul mondo. Facebook, twitter, blog, instagram, etc. etc.: ognuno ha il suo personale soap box (compreso il sottoscritto). Tutte le voci però vengono livellate, perché parlano tutte insieme e sembrano tutte uguali. Vedo l’inizio di questo processo nei talk show, quando potevi mettere un nazistello seduto accanto ad un reduce dei campi di concentramento dando ad ognuno due minuti per parlare. L’occhio neutro della telecamera faceva il resto. La propensione alla superficialità diffusa era già lì, la tecnologia (internet) è stata solo il mezzo che l’ha fatta esplodere. Prova ne è che programmi come “uomini e donne” sono visti anche da gente che ha studiato, benestanti, universitari (studenti e professori). Fra quei 6 italiani su 10 c’è anche parte della borghesia. Per cui se formalmente ci può essere una correlazione tra istruzione e reddito a livello di “pezzi di carta” non credo che sia così accentuata nel mondo reale.
2) Si, la P2 esisteva ma il “complotto” è stato scoperto. Non credo che ci sia una correlazione diretta – e sottolineo diretta – fra quello che accaduto 30 anni fa e quello che accade oggi. Ci sarà gente che ci crede ancora, ma controllare completamente una apparato ministeriale per un tempo così lungo fa diventare le probabilità del controllo risibili. Ok, il neoliberismo esiste e magari è anche una voce forte, ma non controlla il mondo o l’Italia. Quello che credo sia successo è che l’istruzione e la cultura sono settori dove non girano soldi. Poichè ogni riforma in ogni settore porta tante seccature (tu mi insegni: scambi di favori, proteste della gente, etc,), i vari governi hanno fatto il minimo indispensabile cercando di avere meno dita al culo possibili, il tutto cercando di allinearsi con direttive europee lontane anni luce da quello che era l’Italia negli anni ’90. Risultato: quello che vediamo oggi. Ma non ci vedrei quella forte intenzionalità che c’era nel programma P2
3) Nessuno vuole togliere il voto a nessuno. Ma fare il politico è una professione. Come fare il chirurgo, ad esempio. Ci sta che, mentre un chirurgo ti opera, chieda consiglio ad un suo collega. Ci sta pure che lo chieda ad uno specializzando, che è là ad assisterlo. Ma immagina che, prima di ogni decisione, il chirurgo debba chiedere permesso ai tuoi parenti o a gente che si trova in ospedale per caso: una tragedia. Ora, questo esempio grossolano è giusto un modo per dire che chi vota, oltre a scegliere per la sua vita, influenza anche la tua. Per questo credo che sia dovere di tutti informarsi nella maniera più corretta possibile. E in un mondo dove c’è una plètora di informazioni (come da 10 anni a questa parte), l’ignoranza è una scelta. La democrazia occidentale ci ha portato dove siamo (ci ha portato anche Hitler, eletto democraticamente), nel migliore dei mondi esistenti (facilità e accessibilità al cibo per tutti, vaccini, vita sociale, etc.). Mi chiedo: forse questi test andrebbero fatti più spesso e su tutta la popolazione? Se so che il mio voto vale 1 ed il tuo vale 1,5 perché hai avuto un punteggio superiore al mio, sarò incentivato all’auto-miglioramento?
@felicemasi:disqus condivido assolutamente il tuo commento sul mercato italiano e sul fatto che il primo scopo dei politici sia non toccare il loro bacino di voti. Ma non definirei l’Italia socialista, se non altro perché per 50 anni ha governato la DC. Clientelare e corrotta assolutamente si ma socialista, come in Svezia (dove il sistema funziona perché ci sono gli svedesi mentre in Italia ci sono gli italiani. E le mentalità delle popolazioni non si cambiano da un giorno all’altro).
Errore mio, quando uso la parola ‘socialista’ tendo a sottintendere ‘sovìetica’.
Lo so, è un’altra cosa, ma poi ho aperto un’attività commerciale e scopro che:
– l’ufficio ‘attività produttive’ del mio comune, con 12 impiegati, risponde al telefono 5 dì a settimana dalle 9 alle 10.30 ed è aperto al pubblico dalle 10.30 alle 12 tre dì a settimana (mercoledì solo su appuntamento, eh!).
– il quinto giorno di apertura un poliziotto locale di vecchia leva (che quindi, dico io, l’ha vista morire questa città di merda) viene a controllare che io non abbia dichiarato il falso. Trova vizi di forma: licenza non correttamente esposta, orario d’apertura difforme (chiudevo un’ora e mezza prima) dal dichiarato, metri quadri conteggiati diversi. Mi arriveranno 2 verbali: 340 euro per la licenza, 540 per aver scritto che chiudevo un ora prima.
Questo non è stato sovietico, è proprio mafioso.
Altro che neoliberismo.
Benvenuto in Italia. Il tuo sfogo lo condivido pienamente e ti potrei portare tonnellate di esempi, ma è un attimo off-topic. Tra l’altro magari ci facciamo un giro negli uffici attività produttive in Svezia e facciamo un paragone @giulianomacioccisr Stato socialista, sovetico… Credi che durante il fascismo la gente fosse più onesta? Credi che in Sicilia ci fosse meno mafia? Il problema non è politico. È morale. Serve davvero un esercito di maestri elementari. Perché, parliamoci chiaro, anche per me è un dito al culo pagare le tasse perché so che è come buttare quei soldi in un buco nero. 65% di corruzione, ma stiamo scherzando? Ma se sapessi che ogni centesimo di quello che pago venisse impiegato per rendere la mia vita in questo stato migliore, se il mio denaro fosse tracciabile, se i politici si dimettessero o venissero arrestati per essersi comprati un toblerone con i miei soldi, beh, sicuramente sbatterei meno i piedi. Ma tu credi che cambiando ogni politico e mettendo un italiano a caso, la cosa cambierebbe? No, perchè l’italiano medio in fondo ammira i politici ed il loro vivere alle spalle della gente, perché vorrebbe essere come loro. Ecco perché Berlusconi ha vinto all’epoca, perchè ha realizzato per sè i sogni più segreti, ma nemmeno tanto, della maggior parte della popolazione italiana. A tutti sarebbe piaciuto essere come lui.
La soluzione? Non lo so, ma non credo che sia in nessun movimento politico, tantomeno M5S, che è un movimento fondamentalmente demagogico. Appena mi viene in mente qualcosa comunque vi faccio un fischio…
Scusa se proseguo l’OT.
D’accordo con te.
Ti prego, non mi confondere anche tu con gli imbecilli neri nostalgici. Il fascismo era un socialismo con le etichette diverse.
Durante il ventennio si sono fatte tante cose sì, ma in altri paesi più civili erano state già fatte o nello stesso periodo sono state fatte meglio.
Io mi ritengo un liberale, disilluso sulla natura animale dell’essere umano.
Sono convinto che istruzione, giustizia e sanità debbano essere pubbliche.
E che non ci dovrebbero essere incentivi di alcun tipo.
Almeno in teoria. Poi in pratica in certi settori strategici accetto il fatto che altre aziende di nazioni non liberali possano sopraffarre le mie e quindi bisogna vedere.
Il M5S è il ricettacolo degli analfabeti funzionali fieri di esserlo.
C’è stata una scintilla con Fare, prevedibilmente morta e sepolta.
Mi sto organizzando per andare via.
Col pianto nel cuore.
Ma nessuno mi potrà rinfacciare di non averci provato.
Tranqui, ho preso il fascismo solo come esempio, per contrasto, non per darti del fascista.
Ti auguro in bocca al lupo per la tua partenza.
La Svezia e’ arrivata inevitabilmente alla frutta, anzi al caffe’. E’ vero che per anni e’ stata spacciata per il paradiso socialista ma solo attraverso il lavaggio del cervello, l’eguaglianza dei risultati (non delle opportunita’), tasse altissime, incoraggiando parassitismo e vantandosi di superiorita’ morale (vendendo armi sotobanco a chiunque). E stiamo parlando di soli 10 milioni di abitanti che oggi non hanno piu’ il controllo del loro paese e vivono nel terrore (ma non si puo’ dire).
La scandinavia è un posto dove i politici si dimettono se vengono scoperti ad aver usato 1.500 € di soldi pubblici per faccende private. Del parassitismo negli uffici svedesi non ne ho traccia e mi sembra altamente improbabile. Che sia alla frutta che intendi? Che ci sarà un tracollo economico? Una rivoluzione?
Le armi sottobanco le vendono tutti, Italia compresa, dove però abbiamo livelli di parassitismo ben più alti. Poi se vivono nel terrore e non si può dire tu com’è che lo sai?
0) Non essere ingenuo; si dimettono quando li beccano e se fa comodo a qualcuno, come ovunque.
1) Per parassitismo intendo vivere di sussidi che tanto sono alti come uno stipendio (e le tasse per fare cio’ fanno si che chi vuole lavorare o fare impresa scappa in Germania)
2) Vendiamo armi ma non ci spacciamo per ‘Capitale Morale del Mondo’
3) Basta leggere le notizie (https://www.google.it/search?q=sweden+AND+migrants&ie=&oe=). Frutto dell’ipocrisia di una classe politca che critica le vittime e assolve i criminali (ma ci stiamo arrivando anche qui, no?)
4) Parlando di Scandinavia, goditi questa musura drastica per prevenire gli stupri da parte dei migranti in Finlandia https://www.youtube.com/watch?v=gQ4EQFcFQQo
0) Chiaro, ma parliamo di cifre risibili, altri ordini di grandezza rispetto all’Italia. E no, “come ovunque” no. In Italia non succede, hanno il culo attaccato alla poltrona con l’Attak senza un minimo di decenza. In un paese normale , per come la vedo io, dopo il caso Cucchi il ministro dell’interno si sarebbe dimesso. La Boschi si sarebbe dimessa dopo la vicenda di banca Etruria, invece erano alla Leopolda a farsi i selfie lo stesso giorno che il pensionato si è suicidato. E Berlusconi non avrebbe potuto nemmeno candidarsi per l’immenso conflitto di interessi che non si è dato nemmeno il fastidio di nascondere. Semplicemente perché in Italia ci sono standard morali più bassi circa la “vita pubblica” (o diversi che in altri paesi).
1) I sussidi sono alti come gli stipendi. Ma il sistema funziona. La gente lavora. Questa emigrazione importante dalla Svezia non mi risulta, se hai dei dati sarei contento li condividessi.
2) Non so se la Svezia si sia mai spacciata per la capitale morale del mondo, ma se conosci qualche paese “moralmente migliore” in materia di vita pubblica puoi sempre elencarlo.
3) E’ vero, cose che fanno incazzare. Però l’ondata dei migranti ed i problemi causati sono un’emergenza relativamente recente che non può essere usata per screditare un sistema che ha funzionato per decenni. Ed è inoltre un problema che riguarda tutta l’Europa.
4) E’ vero, propaganda di una TV governativa come c’è stata da noi per anni, a destra e a sinistra. Non credo però tutto ciò sia connesso in alcun modo con i famosi 6/10 che sono poi il centro di questo discorso.
Mi dispiace, ma non ho nessuna ammirazione per i paesi scandinavi per una serie di motivi. Primo fra tutti che sono libertario, liberale e individualista. Che poi siano piu’ disciplinati dei napoletani non c’e’ dubbio, ma e’ anche per questo che non contano niente, mai (e la pagheranno: la Norvegia e’ sul punto di essere a maggioranza mussulmana e di lingua araba).
Cmq bravo, hai scritto un bell’articolo, ma nei commenti suoni (senza offesa) come Repubblica (il caso Cucchi e’ ancora aperto, la Boschi non e’ il padre, e Berlusconi come Bloomberg a New York se aveva dei conflitti bastava non votarlo). Ciao.
Hahaha no come Repubblica no ti prego! Thanks, allora visto che il discorso è lungo prima o poi scriverò un articolo tipo “Paesi protestanti vs Paesi Cattolici” e ci mettiamo dentro anche la scandinavia. E magari uno sul livello dei nostri politici
(Velocemente: 1-non credo che in generale si debba aspettare le sentenze dei tribunali per dimettersi, 2-comunque le immagini di Renzi che si continua a fare i selfie dopo la notizia del pensionato suicida mi fa accapponare la pelle 3-su Berlusconi… beh qua ritorniamo effettivamente a quei famosi 6/10 della popolazione che, in parte, lo hanno eletto). Ciao ciao.
Bah, e insegni anche …
Bravo!
Ecco perché te la sei presa per il mio commento sulla qualità dei docenti, statali o privati che siano.
Io non sono contrario all’esistenza di uno stato sociale, solo sono convinto che qui da noi ci siamo fatti scappare la cosa di mano.
Ma sei troppo intento a considerarti offeso per valutare obiettivamente la cosa.
Buona coda di paglia.
@renzostefanel:disqus al tempo…… che votino solo i più ricchi è stata una vecchia formula applicata ed ingiusta……. se fosse applicata oggi, quanti tra i ricchi sarebbero ricchi per merito e quanti ricchi per furto, malversazione, disonestà, ecc. ?? Ora se si volesse portare all’estremo il “metodo di attribuzione del diritto di voto” che hai proposto allora si potrebbe dire che se anche questi farabutti hanno posizioni di rilievo e risorse economiche da spavento (e riescono a mentenere tali risorse) allora sono persone intelligenti…… anzi più intelligenti della media (e di chi li dovrebbe bloccare/perseguire/arrestare) quindi in pieno diritto di voto…..
In merito alla tua lode sperticata ai paesi scandinavi e all’olanda sappi che in entrambi esiste una politica eugenetica (con sterilizzazione per gli “esemplari” geneticamente carenti) e nei soli paesi scandinavi (purtroppo non ricordo più se in svezia o norvegia) i richiedenti assegno di disoccupazione devono accettare la sterilizzazione per ottenere l’assegno……. quindi non definiamoli esempi di Stato Democratico, sono da imitare solo in parte e sono solo parzialmente democratici ma sicuramenti più efficienti (………biondi, alti, sani, forti……..ariani ?…. )
Oggi il sistema è più sottile. Invece di impedire il voto, lo disincentivo. In teoria puoi votare. Ma sei schifato. In più non capisci un cazzo. Quindi non voti. Eh, peccato: potevi votare, no? E così sembro democratico e in realtà ho reintrodotto il suffragio ristretto. Vota chi ha convenienza o è un’idealista (ma del secondo tipo ce ne sono pochi). Ed è la dinamica Usa e italiana.
Il miglior post che leggo da qualche anno a questa part.
Troppo buono =)
Peccato che i numeri non svelino l’orgoglio di non avere le capacità e di essere “padroni” del traffico internet e non solo di chi è pagato per non avere “skills letterarie, numeriche o di problem solving”.
Potresti argomentare meglio? Non credo di aver capito, thanks.